Giampiero Boniperti
Giampiero Boniperti | ||
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Boniperti alla Juventus tra gli anni 1940 e 1950 | ||
Nazionalità | Italia | |
Altezza | 175 cm | |
Peso | 76 kg | |
Calcio | ||
Ruolo | Attaccante, centrocampista | |
Termine carriera | 10 giugno 1961 | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1945-1946 | Barengo | |
1946 | Momo Novarese | |
Squadre di club1 | ||
1946-1961 | Juventus | 443 (178) |
Nazionale | ||
1947-1960 | Italia | 38 (8) |
1950 | Italia B | 1 (2) |
Giampiero Boniperti | |
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Europarlamentare | |
Legislature | IV |
Gruppo parlamentare |
FE (1994-1995) UpE (1995-1998) PPE (1998-1999) |
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Dati generali | |
Partito politico | Forza Italia |
Professione | dirigente sportivo, ex calciatore |
Giampiero Boniperti (Barengo, 4 luglio 1928 – Torino, 18 giugno 2021) è stato un calciatore, dirigente sportivo e politico italiano, di ruolo attaccante o centrocampista.
Il suo nome è indissolubilmente legato alla Juventus, cui è rimasto fedele dapprima per tutta la sua carriera agonistica, detenendo per circa mezzo secolo i primati di presenze (469) e reti (188), e poi dirigenziale, coincisa con alcuni dei massimi successi sportivi della formazione torinese.[1] Sia sul campo sia dietro la scrivania, è stata una della personalità più importanti nell'intera storia del calcio italiano.[2][3]
Capocannoniere della Serie A 1947-1948 oltreché elemento più rappresentativo del calcio nazionale nell'immediato post Superga,[4] come giocatore ha successivamente fatto parte, assieme a John Charles e Omar Sívori, del cosiddetto Trio Magico, uno dei più prolifici reparti d'attacco ammirati nella massima serie italiana. Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori all'epoca viventi, stilata in occasione del centenario della FIFA. Nel 2012 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i dirigenti.[5]
Oltre l'attività dirigenziale sul fronte calcistico, in parallelo operò con successo anche nel campo dell'atletica attraverso la gestione della Sisport, conferendo caratura internazionale a una polisportiva che, sotto il suo mandato, portò vari atleti all'oro olimpico.[6]
Tra il 1994 e il 1999 ha ricoperto il ruolo di deputato al Parlamento europeo.
Biografia
Suo figlio Giampaolo, dopo avere tentato dapprima la carriera di calciatore, con trascorsi nel settore giovanile della Juventus e poi nella prima squadra dei Toronto Blizzard,[3] è stato in seguito dirigente del club bianconero; il figlio di questi, Filippo, nipote di Giampiero, è diventato a sua volta calciatore con una carriera partita da vivaio bianconero e poi spesa prettamente nelle serie minori italiane.
Alle elezioni europee del 1994 Giampiero Boniperti è stato candidato ed eletto europarlamentare, nelle liste di Forza Italia. È rimasto in carica per tutta la durata della IV legislatura del Parlamento europeo, fino al 1999.
Caratteristiche tecniche
«Boniperti esige di riavere la palla per concludere e fare gol come gli piace sempre. Io sono un suo vecchio amico e me ne rammarico sinceramente. Secondo me converrebbe a lui e alla squadra che si limitasse ad impostare il gioco.» |
(Gianni Brera) |
Nato come ala destra, emerse ben presto come centravanti dotato di velocità nella corsa e potenza nel tiro: Interpretò il ruolo per gran parte della carriera, mandato in porta dai compagni di squadra John e Karl Aage Hansen, e Karl Aage Præst.
Negli ultimi anni da calciatore, seguendo una parabola comune ad altri attaccanti, arretrò il suo raggio d'azione come mezzala, divenendo uomo-assist per John Charles e Omar Sívori; una scelta avallata in primis dal giornalista Gianni Brera, il quale colse tale occasione per coniare, per la prima volta nella lingua italiana, il neologismo di «centro-campista» — inizialmente scritto col trattino — poi affermatosi nell'uso comune.
Carriera
Giocatore
Club
Esordi e primi successi
«La Juve non è soltanto la squadra del mio cuore. È il mio cuore.» |
(Giampiero Boniperti) |
Soprannominato dagli avversari "Marisa" (nomignolo affibbiatogli dal giocatore Benito Lorenzi) per i suoi boccoli biondi, ha sempre legato il suo nome a quello della Juventus, nella quale mosse i primi passi da calciatore professionista nell'immediato secondo dopoguerra. Dapprima, dal 1945 al 1946 militò nel Barengo, squadra del suo paese natale. Nell'ultimo anno si trasferì al Momo Novarese, formazione dilettantistica della provincia, dove rimase fino a settembre, mese in cui compì il grande salto in Serie A approdando alla Juventus; venne portato alla società piemontese da Egidio Perone, medico torinese e suo grande amico.
Inizialmente aggregato alla squadra riserve del club zebrato, esordì in prima squadra sul finire del campionato 1946-1947, debuttando il 2 marzo 1947 al Comunale di Torino nella classica persa 1-2 contro il Milan. La prova incolore offerta, lo riportò temporaneamente tra le riserve; tuttavia il profilarsi di una stagione senza più obiettivi, convinse il tecnico juventino Renato Cesarini a guardare già alla successiva, sfruttando il finale di campionato per far accumulare esperienza agli elementi più giovani. L'8 giugno seguente, sul campo del Ferraris di Genova, Boniperti ebbe così una nuova occasione, e alla seconda presenza ufficiale mise a referto i suoi primi gol in maglia bianconera, con una doppietta nel 3-0 alla Sampdoria. Stavolta il giovane calciatore si mise subito in luce, segnando 5 reti in 6 partite di quel suo primo torneo. Conquistato immediatamente un posto nell'undici titolare, l'anno dopo non saltò alcuna partita, e schierato da Cesarini stabilmente nel ruolo di centravanti fu capocannoniere della massima serie con 27 gol, a vent'anni ancora da compiere, davanti ai granata Valentino Mazzola e Guglielmo Gabetto.
Nonostante la fedele militanza in maglia bianconera, in questi anni per un'unica partita Boniperti vestì eccezionalmente la casacca granata degli storici rivali cittadini, il Torino: ciò avvenne il 26 maggio 1949 quando, per rendere omaggio alla squadra del Grande Torino perita poche settimane prima nella tragedia di Superga, venne organizzata un'amichevole a scopo benefico volta ad aiutare le famiglie delle vittime; nell'occasione una selezione dei migliori giocatori della Serie A dell'epoca, riuniti sotto il nome di Torino "Simbolo", scese in campo contro gli argentini del River Plate in una sfida chiusasi in parità sul 2-2.
Al di là di questo episodio, Boniperti divenne ben presto una bandiera della Juventus, conquistando con Madama lo scudetto nel campionato 1949-1950 — mettendo fine a un digiuno tricolore che in casa bianconera perdurava da ben tre lustri — e, soprattutto, continuando a segnare con una media impressionante: raggiunse infatti il traguardo delle 100 reti in Serie A prima di compiere ventiquattro anni. Nel corso della stagione 1951-1952 fece suo il secondo titolo italiano; tuttavia da qui in avanti, l'emergere di competitive rivali come l'Inter di Skoglund e Lorenzi, il Milan del Gre-No-Li e la Fiorentina di Bernardini, portarono alla fine del vittorioso ciclo bianconero dei primi anni 1950.
Dal Trio Magico al ritiro
Dopo sei anni trascorsi senza successi, nella stagione 1957-1958 Boniperti poté riconquistare il tricolore — il decimo per la società bianconera, che da questo momento sarà la prima a potersi fregiare della cosiddetta "stella" — grazie a una rinnovata Juventus, nel frattempo ricostruita dall'opera di Umberto Agnelli. Boniperti contribuì alla rinascita bianconera ricoprendo quel ruolo di mezzala in cui già da qualche anno brillava, mettendo così al servizio della squadra le sue eccellenti doti tecniche e di visione di gioco, e andando a formare un temibile tridente d'attacco con i due neoacquisti estivi della Juventus, il gallese John Charles e l'italo-argentino Omar Sívori: era nato il famoso Trio Magico.
Seguirono presto il quarto (1959-1960) e il quinto scudetto (1960-1961), in quella che è ricordata come una delle squadre più forti di tutti i
tempi. Proprio dopo questi trionfi, nel 1961 Boniperti diede l'addio al calcio, ritirandosi all'età di 33 anni pur essendo ancora in buone condizioni fisiche; la sua ultima partita, il 10
giugno, fu quella contro l'Inter dei ragazzi, schierata per protesta dal presidente Angelo Moratti, nel famoso 9-1 in cui esordì Sandro Mazzola.
Boniperti è riconosciuto dalla Juventus come il calciatore più rappresentativo nella storia della società, fino al 30 ottobre 2010 ha detenuto il record di gol in Serie A con la maglia bianconera con 178 reti (superato poi solo da Alessandro Del Piero), mentre sino al 5 febbraio dello stesso anno ha conservato il primato di presenze in massima serie, 445 (superato ancora una volta da Del Piero). In maglia bianconera ha collezionato 469 presenze (443 in A, 13 in Coppa Italia, 9 in Europa e 4 in Coppa Rio), realizzando un totale di 188 reti (178 in A, 1 in Coppa Italia, 3 in Europa e 6 in Coppa Rio).
Nazionale
Giocò per la prima volta in nazionale A il 9 novembre 1947, sotto la guida di Vittorio Pozzo, chiamato a sostituire il centrattacco granata Guglielmo Gabetto nella sconfitta per 5-1 contro l'Austria. Ritrovò l'azzurro dopo due anni, il 22 maggio 1949, poche settimane dopo la tragedia di Superga in cui perì il Grande Torino; alla seconda partita ufficiale, ancora contro gli austriaci, a Firenze, segnò il suo primo gol in nazionale.
Con la maglia azzurra non raccolse successi, anche per via dell'impoverimento tecnico che colpì il calcio italiano all'indomani della sciagura di Superga e che si protrarrà per tutto il successivo decennio. In tale contesto, Boniperti divenne uno dei punti fermi su cui rifondare una nazionale orfana del "blocco granata", partecipando alle sfortunate avventure al campionato del mondo 1950 in Brasile e al campionato del mondo 1954 in Svizzera, mentre nel 1958 l'Italia non riuscì a qualificarsi alla fase finale. Collezionò 38 presenze in azzurro con 8 reti — oltre a 1 presenza e 2 gol con la nazionale B, nel 1950 —, ottenendo i gradi di capitano nel 1952. Si ritirò dalla nazionale nel 1960.
È l'unico calciatore ad aver segnato un gol in azzurro in tre decenni differenti, dagli anni 1940 agli anni 1960. Prese inoltre parte, unico italiano invitato, alla prestigiosa sfida tra Inghilterra e Resto d'Europa giocata il 21 ottobre 1953 al Wembley Stadium di Londra, in cui si mise in mostra nelle file dei «continentali» realizzando una doppietta nel 4-4 finale.
Dirigente
Poco dopo il suo ritiro dall'attività agonistica, Boniperti fu subito chiamato dalla famiglia Agnelli a ricoprire un ruolo dirigenziale all'interno della società juventina. Successivamente venne nominato presidente, carica mantenuta dal 1971 al 1990; inizialmente affiancato da Italo Allodi, dal 1973 Boniperti assunse di fatto l'intero comando del club per affrontare la crisi di risultati del calcio italiano negli anni 1970, soprattutto a livello internazionale.
Per ribaltare la situazione, Boniperti elaborò un progetto a lungo termine gestito con rinnovati criteri industriali, caratterizzato dall'introduzione e successiva applicazione della zona mista, schema tattico che coniugava efficacemente i concetti del calcio totale olandese con il classico catenaccio italico; dal graduale inserimento in prima squadra di giovani calciatori cresciuti nel settore giovanile juventino quali Giuseppe Furino, Roberto Bettega e Paolo Rossi, assieme all'arruolamento dei migliori talenti provenienti da altri club di Serie A quali Gaetano Scirea, Antonio Cabrini, Claudio Gentile, Marco Tardelli e Franco Causio; e dalla ferrea disciplina anche d'immagine imposta alla squadra, basata su quella richiesta durante l'attività agonistica.
Ciò diede inizio al periodo di successi più duraturo nella storia del calcio italiano, che arricchirà considerevolmente il palmarès del club: nove scudetti, due Coppe Italia, una Coppa Intercontinentale, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA e una Coppa UEFA — quest'ultima il primo trofeo confederale della formazione piemontese —, facendo al contempo di Boniperti il dirigente più titolato nell'intera storia del calcio nazionale. Un ciclo di trionfi, questo, che aprirà un lungo periodo aureo al campionato di Serie A — a partire dalla cosiddetta «riapertura delle frontiere» con il ritorno al tesseramento di giocatori provenienti dai campionati esteri, a partire dalla stagione 1980-1981, e la successiva vittoria della rappresentativa italiana al campionato del mondo 1982 —, durato sino alla fine del II millennio.
Contemporaneamente al calcio, alla fine degli anni 1970 gli Agnelli gli affidarono con successo anche la gestione della Sisport, la società polisportiva del Gruppo Fiat, in quegli anni ai vertici nazionali e internazionali grazie ad atleti quali Maurizio Damilano, Pietro Mennea e Sara Simeoni.
Nel febbraio del 1990, dopo diciannove anni, Boniperti rassegnò le dimissioni da presidente della Juventus, venendo sostituito da Vittorio Caissotti di Chiusano. Alla fine dello stesso mese venne nominato dal presidente della FIGC, Antonio Matarrese, capo delegazione della nazionale al campionato del mondo 1990, chiusi dagli azzurri al terzo posto. L'anno successivo fu richiamato alla Juventus dalla famiglia Agnelli assumendo l'incarico di amministratore delegato con pieni poteri, ruolo che mantenne fino al 1994; in quel periodo la squadra centrò la vittoria della terza Coppa UEFA della sua storia, la seconda sotto il mandato di Boniperti.
Nell'estate del 2006, dopo il coinvolgimento della Juventus nello scandalo Calciopoli, Boniperti è stato richiamato dalla famiglia Agnelli per seguire l'opera di ricostruzione della società; da allora ricopre la carica di presidente onorario del club, assieme a Franzo Grande Stevens.
Statistiche
Presenze e reti nei club
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
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Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1946-1947 | Juventus | A | 6 | 5 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 6 | 5 |
1947-1948 | A | 40 | 27 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 40 | 27 | |
1948-1949 | A | 32 | 15 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 32 | 15 | |
1949-1950 | A | 35 | 21 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 35 | 21 | |
1950-1951 | A | 37 | 22 | - | - | - | - | - | - | CR | 4 | 6 | 41 | 28 | |
1951-1952 | A | 33 | 19 | - | - | - | CL | 2 | 3 | - | - | - | 35 | 22 | |
1952-1953 | A | 29 | 7 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 29 | 7 | |
1953-1954 | A | 30 | 14 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 30 | 14 | |
1954-1955 | A | 27 | 9 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 27 | 9 | |
1955-1956 | A | 31 | 6 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 31 | 6 | |
1956-1957 | A | 24 | 4 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 24 | 4 | |
1957-1958 | A | 34 | 8 | CI | 6 | 1 | - | - | - | - | - | - | 40 | 9 | |
1958-1959 | A | 26 | 8 | CI | 3 | 0 | CC+CA | 2+2 | 0 | - | - | - | 33 | 8 | |
1959-1960 | A | 31 | 7 | CI | 3 | 0 | CA | 2 | 0 | - | - | - | 36 | 7 | |
1960-1961 | A | 28 | 6 | CI | 1 | 0 | CC | 1 | 0 | - | - | - | 30 | 6 | |
Totale carriera | 443 | 178 | 13 | 1 | 9 | 3 | 4 | 6 | 469 | 188 |
Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia B | |||||||
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Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
10-5-1950 | Milano | Italia | 5 – 0 | Inghilterra | Amichevole | 2 | |
Totale | Presenze | 1 | Reti | 2 |
Palmarès
Club
- Coppa Italia: 2
Individuale
- Capocannoniere della Serie A: 1
- 1947-1948 (27 gol)
- Capocannoniere del Torneo Internazionale dei Club Campioni: 1
- 1951 (6 gol)
- Inserito nella FIFA 100
- 2004
- Inserito nella Hall of fame del calcio italiano nella categoria Dirigente italiano
- 2012
- Premio CONI alla carriera sportiva
- 2013
Onorificenze
Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana | |
— 30 settembre 1991. Di iniziativa del Presidente della repubblica |