Europa League (21)

 

UEFA Europa League
UEFA Europa League logo.svg
Altri nomi Coppa UEFA
(1971-2009)
Sport Football pictogram.svg Calcio
Tipo squadre di club
Federazione UEFA
Continente Europa Europa
Organizzatore UEFA
Titolo UEFA Europa League winner (vincitore della UEFA Europa League) (de iure)
European champion (campione europeo) (de facto)
Cadenza annuale
Apertura giugno (preliminari), settembre (fase a gruppi)
Chiusura maggio
Partecipanti 48 squadre
Formula 12 gironi all'italiana da 4 squadre + eliminazione diretta A/R con le prime due + finale
Sito Internet uefaeuropaleague
Storia
Fondazione 1971[1]
Numero edizioni 50
Detentore Siviglia
Record vittorie Siviglia (6)
Edizione in corso UEFA Europa League 2020-2021
UEFA CUP.svg
Trofeo o riconoscimento

La UEFA Europa League, meglio nota come Europa League, è una competizione calcistica continentale per squadre di club organizzata dalla UEFA, la seconda per prestigio dopo la Champions League.

La denominazione di Europa League sostituì nel 2009 quella storica di Coppa UEFA, istituita nel 1971 dalla confederazione calcistica europea. Questo torneo, a sua volta, aveva preso il posto de facto della Coppa delle Fiere, inizialmente disputata su invito, e non per diritto acquisito, da rappresentative di grandi città dell'Europa che ospitavano fiere commerciali. L'UEFA ha definito la Coppa delle Fiere come antenata della successiva Coppa UEFA/Europa League; tuttavia, non essendone stata l'organizzatrice, non è mai stata riconosciuta de iure come manifestazione ufficiale dalla confederazione continentale. Per tale motivo la Coppa delle Fiere non viene inclusa neppure nelle statistiche riguardanti la Coppa UEFA/Europa League.

È riservata alle compagini classificatesi nei rispettivi campionati nazionali immediatamente dopo quelle aventi diritto a partecipare alla Champions League. Dal 1999, in seguito all'abolizione della Coppa delle Coppe, ha inglobato anche le tradizionali partecipanti a quella competizione, ossia le vincitrici o (fino al 2015) le finaliste perdenti delle varie coppe nazionali. Nel 2009, dopo trentotto edizioni, ne è stato modificato il format in seguito all'abolizione dell' Intertoto, dando vita all'Europa League che segue un modello più simile a quello della Champions League, allo scopo di rendere la kermesse più spettacolare e maggiormente appetibile anche dal punto di vista dei diritti televisivi, nonché da parte degli sponsor.

Dal 2000, in luogo della soppressa Coppa delle Coppe, la squadra vincitrice della competizione acquisisce il diritto di partecipare alla Supercoppa UEFA contro la detentrice della Champions League; dal 2015, inoltre, il club vincitore dell'Europa League ottiene la qualificazione d'ufficio alla successiva edizione della Champions League.

Il trofeo è stato vinto finora da ventotto società diverse, tredici delle quali hanno conquistato il trofeo due o più volte. La squadra più titolata è il Siviglia, con sei successi, formazione che ha disputato anche il maggior numero di finali (6), senza mai perdere; è stato inoltre l'unico club capace di aggiudicarsi la manifestazione per tre stagioni consecutive.

Storia

Anni 1970: origine ed evoluzione

Wiel Coerver, tecnico del Feyenoord, solleva il trofeo vinto nell'edizione 1973-1974.

La Coppa UEFA ebbe un'origine del tutto diversa dalle altre due maggiori competizioni europee, la Coppa dei Campioni e la Coppa delle Coppe. Creata sul calco della previgente Coppa delle Fiere (della quale ereditò il regolamento in vigore dall'edizione 1968-69), rispetto alle due coppe maggiori constava di un numero doppio di squadre partecipanti, di un turno in più, e di finale con andata e ritorno. Il numero di formazioni complessivamente spettante a una stessa nazione era stabilito preventivamente, da un minimo di una a un massimo di quattro, per principio e d'ufficio, assegnando quattro partecipanti all'Inghilterra, all'Italia e alla Germania Ovest. Poiché per parteciparvi non era necessario vincere una competizione nazionale, l'accesso alla Coppa UEFA rappresentava un traguardo molto ambito soprattutto per quelle squadre che non erano in grado di competere per la vittoria del campionato o della coppa nazionale.

Pur mantenendo formalmente la formula a inviti della Coppa delle Fiere sino al 1979, anno di introduzione del coefficiente UEFA, ogni paese sceglieva di fatto di essere rappresentato dalle società che si fossero piazzate nei migliori posti dei campionati nazionali, fatta ovviamente eccezione per quelli aventi diritto, a qualsiasi titolo, a partecipare alla Coppa dei Campioni o alla Coppa delle Coppe (in particolare, oltre ai club campioni nazionali, quelli detentori delle coppe nazionali e le stesse eventuali detentrici dei trofei confederali). Tale aspetto decretava il posizionamento della Coppa UEFA come terza competizione europea per club in ordine di importanza: quando un club qualificatosi per una delle due competizioni maggiori si piazzava, nel proprio campionato nazionale, nella cosiddetta zona UEFA, veniva effettuato uno scorrimento della classifica per riattribuire ad altra società il diritto di partecipare alla competizione; a tale prassi si sottraeva la Germania Ovest che riassegnava invece il posto alla perdente della coppa nazionale, come avvenne ad esempio nel 1974 per l'Amburgo.

Va sottolineato il fatto che all'Inghilterra, dove si disputavano due coppe nazionali (una organizzata dalla Federcalcio nazionale e l'altra dalla Lega di massima divisione), venne concesso il privilegio di iscrivere alla Coppa UEFA la vincitrice (ma, si badi bene, mai la finalista perdente) della seconda coppa nazionale, riducendo conseguentemente di una unità i posti assegnati mediante la classifica del campionato. Anche questa regola era inserita d'ufficio: ad altre nazioni in situazione analoga, come la Scozia, non fu mai concessa tale possibilità. Altra particolarità inglese fu il mantenimento, fino al 1975, del puro regolamento della Coppa delle Fiere che prevedeva la partecipazione per città e non per squadre: per tale motivo, ad esempio, nel 1973 l'Arsenal non si qualificò in coppa nonostante il suo secondo posto in campionato, e ciò perché Londra era già rappresentata dal Tottenham vincitore della Football League Cup.

La prima vincitrice della Coppa UEFA fu il succitato Tottenham nel 1972, nella finale tutta inglese con il Wolverhampton. In queste prime edizioni, caratterizzate da un netto predominio di club provenienti da paesi anglosassoni (Inghilterra, Germania Ovest e Paesi Bassi), particolare fu l'edizione "autarchica" che si disputò nel 1977, vinta dalla Juventus contro l'Athletic Bilbao, nella cui finale furono contrapposte la squadra bianconera formata completamente da giocatori italiani, e quella biancorossa composta unicamente da elementi baschi. Le due plurivincitrici del decennio furono gli inglesi del Liverpool e i tedeschi occidentali del Borussia M'gladbach, con due affermazioni a testa.

Anni 1980 e 1990: affermazioni prestigiose, il dominio italiano

Dino Zoff, primo vincitore della coppa sia da giocatore che da allenatore, con la Juventus rispettivamente nel 1976-77 e 1989-90

Nel 1979 la UEFA introdusse un coefficiente per nazioni onde assegnare i posti alle varie federazioni: subito applicato ai campionati, ebbe dunque effetto sulla coppa dal 1980. Gli anni 1980 videro l'affermarsi di grandi squadre, tra cui si segnalarono i due successi consecutivi dei pluricampioni europei del Real Madrid, nel 1985 e nel 1986, che rimarranno per lungo tempo gli unici in grado di vincere la competizione per due volte consecutive: soltanto i connazionali del Siviglia saranno in grado di bissarli nel 2007 e nel 2015, per poi superarli nel 2016 con tre affermazioni consecutive. Degno di nota fu anche il ciclo vincente del club svedese IFK Göteborg, capace di aggiudicarsi il trofeo per ben due volte: nell'edizione del 1982 sconfisse in finale il ben più quotato Amburgo (vincitore l'anno seguente della Coppa dei Campioni), mentre nel 1987 ebbe la meglio sugli scozzesi del Dundee Utd.

Dalla fine degli anni 1980 e per tutti gli anni 1990 si ebbe un dominio delle squadre italiane nella manifestazione,[3] che tra il 1989 e il 1999 venne vinta per ben 8 volte su 11 da squadre militanti nel campionato italiano (con un totale di 14 presenze in finale, e dove solo l'epilogo del 1996 non vide presente una squadra italiana). Fu il Napoli di Diego Armando Maradona ad aprire questo periodo d'oro, battendo in finale i tedeschi d'Occidente dello Stoccarda.[3] Nel 1990 ci fu una finale tutta italiana, la prima di una serie di quattro (1990, 1991, 1995, 1998), in cui la Juventus ebbe la meglio sulla Fiorentina.

Nel 1991 fu l'Inter ad aggiudicarsi l'ultimo atto contro la Roma, in un'edizione che vide l'arrivo di quattro squadre italiane ai quarti: giunsero infatti tra le prime otto anche Atalanta e Bologna. Nel 1992 furono invece gli olandesi dell'Ajax a vincere, dopo aver eliminato il Genoa in semifinale e il Torino in finale.[3] Seguirono nuovi successi per Juventus e Inter: furono Borussia Dortmund e Austria Salisburgo, rispettivamente nel 1993 e nel 1994, a cedere il passo in edizioni che videro ancora positivi risultati per le italiane, in particolare nel 1994 con la Juventus eliminata ai quarti dal Cagliari che verrà estromesso a sua volta dall'Inter in semifinale.

L'italiano Giuseppe Bergomi, con 96 partite giocate, è il recordman di presenze nella manifestazione.

Fu il Parma di Nevio Scala a vincere nel 1995 in una finale ancora una volta tutta italiana con la Juventus. L'egemonia italiana si interruppe temporaneamente nel 1996, quando la finale vide i tedeschi del Bayern Monaco avere la meglio sul Bordeaux; nell'occasione i francesi furono a loro volta autori di un percorso di rilievo, rimanendo gli unici ad aver raggiunto l'epilogo del torneo partendo dalla Coppa Intertoto – quest'ultima nel frattempo divenuta, dal 1995, una manifestazione qualificatoria alla Coppa UEFA.

Nel 1997 trionfò ancora una formazione tedesca, lo Schalke 04, superando l'Inter ai tiri di rigore nell'ultima finale giocata su sfide di andata e ritorno. I nerazzurri si rifecero nella stagione successiva, nella quarta finale tutta italiana in meno di dieci anni, battendo la Lazio nella prima finale della competizione in gara unica, al Parco dei Principi di Parigi. Nel 1999 fu il Parma, per la seconda volta dopo il trionfo di quattro anni prima, ad aggiudicarsi il trofeo battendo in finale l'Olympique Marsiglia, con i francesi che a loro volta avevano eliminato in semifinale il Bologna, partito dall'Intertoto.

Anni 2000: fusione con la Coppa delle Coppe

Con l'allargamento della Champions League fino a quattro squadre per le prime 3 nazioni del ranking, nel 1999 la Coppa delle Coppe venne abolita per andare a fondersi con la Coppa UEFA, scelta che vide aumentare il numero delle squadre partecipanti. Nazioni come l'Inghilterra, la Spagna e l'Italia si trovarono spesso a qualificare con successo quattro squadre alla Champions League, e a relegare quindi in Coppa UEFA le quinte e seste classificate dei campionati nonché la vincitrice della coppa nazionale (che però non di rado risultava già qualificata in Champions League così come la finalista perdente, mandando quindi in UEFA la settima classificata in campionato).

Nel 2004-05 fu apportata una importante novità regolamentare. Al primo turno a eliminazione diretta, seguì infatti per la prima volta una fase qualificatoria autunnale a gironi, che di fatto andò a emulare il formato della più nota Champions League. Tale format durò fino alla stagione 2008-09.

Questo decennio vide la fine all'egemonia italiana sulla competizione, mentre salirono alla ribalta internazionale, anche solo arrivando in finale, realtà emergenti: spiccò su tutti l'esempio del Siviglia (i cui soli altri trofei risalivano agli anni 1940) che mise in fila due vittorie nel 2006 e 2007 eguagliando così il blasonato Real Madrid, e in misura minore il Porto di José Mourinho, nel 2003 tornato al successo europeo dopo sedici anni, e poi capace l'anno successivo di migliorarsi vincendo Champions League e Coppa Intercontinentale. Tra le finaliste degli anni 2000, solo due squadre (Liverpool e Feyenoord) avevano già raggiunto in precedenza l'ultimo atto della Coppa UEFA, mentre per sette di esse questo traguardo rappresentò la prima finale europea in assoluto: di queste, solamente Middlesbrough e Alavés non riuscirono a sollevare il trofeo.

Si assistette anche a una rinascita delle squadre dell'Europa dell'Est, i cui migliori risultati risalivano ancora al periodo della Guerra Fredda – con i successi dei cecoslovacchi dello Slovan Bratislava (1969), dei tedeschi orientali del Magdeburgo (1974), e dei sovietici della Dinamo Kiev (1975 e 1986) e della Dinamo Tbilisi (1981) in Coppa delle Coppe, nonché dei rumeni della Steaua Bucarest (1986) e degli jugoslavi della Stella Rossa (1991) in Coppa dei Campioni –; grazie prevalentemente all'arrivo di grandi magnati che investirono su una singola squadra, nelle ultime due edizioni del decennio la Coppa UEFA fu appannaggio dei russi dello Zenit San Pietroburgo (2008) e degli ucraini dello Šachtar (2009).

La riforma del 2009: dalla Coppa UEFA all'Europa League

Gli spagnoli del Siviglia, per sei volte vincitori nel III millennio, sono i più titolati nell'albo d'oro della coppa.

Le riforme delle competizioni europee volute dal presidente dell'UEFAMichel Platini, incisero sulla seconda manifestazione continentale per club in maniera più profonda che non sulla Champions League, a cominciare dalla denominazione che, dopo trentotto anni, mutò in UEFA Europa League.

La lista di accesso venne quasi completamente uniformata prevedendo un numero fisso, indipendente dal coefficiente UEFA, di 3 squadre per ogni nazione di cui una la vincitrice della coppa nazionale (se non ammessa in Champions League). Solo 6 nazioni poterono sfuggire alla suddetta regola: da un lato la settima, l'ottava e la nona del ranking che godevano di una quarta società ammessa, e dall'altro i microstati di Repubblica di San Marino e Andorra con due società, oltre al Liechtenstein che, non avendo un proprio campionato, qualificò unicamente la detentrice della coppa nazionale. Inoltre, tre società premiate per il loro fair play guadagnarono anch'esse un pass per la manifestazione, derogando così al limite di iscritti per nazione.

Mentre inizialmente nessuna squadra, eccetto l'eventuale detentrice non qualificatasi per la Champions League, veniva esentata dai preliminari, dalla stagione 2012-2013 le squadre vincitrici della coppa nazionale, se tra i primi 6 paesi del coefficiente confederale, andarono direttamente alla fase a gironi. I preliminari si strutturarono su quattro turni mentre il turno di accesso, differenziato anche tra squadre della stessa nazione, dipendeva dalla posizione nel ranking della federazione; all'ultimo turno preliminare ebbero accesso anche le perdenti del penultimo turno di qualificazione alla Champions League, mentre le dieci società che fallivano all'ultimo passaggio l'ingresso nella massima competizione continentale entravano direttamente nella fase a gironi di Europa League.

Questo percorso andò a individuare le 48 squadre (31 con i preliminari, 10 eliminate dalla Champions League e le 7 ammesse direttamente) che davano poi vita alla fase a gironi, mutuando l'identica struttura della Champions League. Alle ventiquattro qualificate (prime due di ogni girone) si aggiungevano poi le terze dei gruppi di Champions League, e a questo punto la competizione continuava a eliminazione diretta, sino alla finale in gara unica con sede predefinita.

Formula

Il regolamento della UEFA Europa League ha subito, nel corso degli anni, varie trasformazioni. Attualmente, come recita il regolamento ufficiale dell'UEFA, essa è riservata alle squadre piazzatesi alle spalle dei qualificati alla Champions League e alle vincitrici delle rispettive Coppe nazionali, della Coppa di Lega inglese e della Coppa di Lega francese. Inoltre sono qualificate all'Europa League le squadre che non superano il terzo e il quarto turno preliminare di qualificazione della Champions e le terze classificate della fase a gironi, eliminate quindi della stessa competizione.

Il turno di accesso, differenziato anche fra squadre della stessa nazione, dipende dal coefficiente UEFA – classifica che tiene conto dei risultati maturati nelle precedenti cinque stagioni dalle squadre di una nazione, in tutte le competizioni europee – della propria federazione. All'ultimo turno preliminare avranno accesso anche le perdenti del penultimo turno di qualificazione alla Champions League, mentre le società che falliranno all'ultimo gradino l'ingresso nella massima competizione continentale entrano direttamente nella fase a gironi della Europa League.

Vista d'insieme della cerimonia d'apertura della finale del 2012

Al termine dei quattro turni preliminari, da svolgersi con gare di andata e ritorno e a eliminazione diretta, sono individuate 24 delle 48 squadre che danno vita alla fase eliminatoria (mentre le rimanenti saranno eliminate definitivamente), strutturata su dodici gironi da quattro squadre ciascuno e con gare di andata e ritorno, su un calendario e regolamento identici a quelli dei gironi di Champions. Le prime due classificate di ciascun girone accedono alla fase finale a eliminazione diretta. Alle ventiquattro qualificate si aggiungono le terze classificate degli otto gironi delle eliminatorie della Champions League, per un totale di 32 club in lizza. La competizione prevede la disputa di sedicesimi di finale, ottavi di finale, quarti di finale e semifinali ad andata e ritorno, mentre la finale è in gara unica.

La prima finale in partita unica fu disputata a Parigi nel 1998 e vide l'Inter prevalere sulla Lazio per 3-0. Prima di questa novità, la finale e tutte le partite a eliminazione diretta prevedevano in caso di pareggio la regola dei gol fuori casa, ed eventualmente tempi supplementari e tiri di rigore. Queste regole tuttora valgono per quei turni che prevedono l'eliminazione diretta.

La classica formula prevedeva invece 64 squadre che si affrontavano in turni di andata e ritorno, trentaduesimi, sedicesimi, ottavi, quarti, semifinali e finali: partecipavano alla Coppa UEFA le squadre immediatamente classificatesi alle spalle della squadra campione nazionale eccetto la vincitrice della coppa domestica, e il numero di squadre per federazione era determinato, dall'edizione 1980-1981, dal ranking UEFA, mentre in precedenza era ancora vigente il regolamento ereditato dalla Coppa delle Fiere, il quale prevedeva l'assegnazione d'ufficio dei posti alle federazioni, dando per principio quattro posti alla Germania Ovest, all'Inghilterra e all'Italia.[7] Dopo il 1980, invece, federazioni come la Germania, l'Inghilterra, la Spagna e l'Italia, in ragione dei risultati delle proprie squadre nelle competizioni europee, hanno storicamente avuto sempre almeno due, se non spesso tre o quattro squadre, in tale competizione.

Come parte del cerimoniale che precede tutte le sfide di Europa League, è presente il logo della manifestazione al centro del campo.

Fino al 2009 valeva per la UEFA il principio della Champions: dopo cinque trofei vinti o dopo tre di fila viene lasciata alla squadra vincitrice l'originale della coppa. Dal 2010, questo principio non vale più. Nessuna squadra ha ottenuto questo record fino al cambio di denominazione: il Siviglia ha raggiunto questo risultato nel 2020, arrivando a sei vittorie complessive, di cui tre consecutive. Dal 2014 l'UEFA ha approvato alcune modifiche nel regolamento della competizione; la principale novità, in vigore dall'edizione 2014-2015, riguarda l'accesso in Champions League per la vincitrice dell'Europa League: a essa verrà riservato un posto nel turno preliminare, con tuttavia il privilegio di poter accedere direttamente ai gironi qualora i detentori della Champions, come spesso accade, si siano già qualificati a tale fase tramite il piazzamento nel proprio campionato nazionale.

Dall'edizione 2015-2016, poi, tutte le federazioni sono dotate di una fornitura fissa di tre posti nella competizione. Viene quindi eliminato il privilegio di approntare quattro club a favore delle federazioni numero 7, 8 e 9 del coefficiente UEFA. Infine, viene ampliato ai vincitori delle dodici più prestigiose coppe nazionali il diritto di entrare in gioco direttamente nella fase a gironi, privilegio che viene inoltre garantito anche alle migliori piazzate nei campionati delle quattro principali federazioni. Da questa edizione non sono più ammesse le finaliste perdenti delle coppe nazionali che non abbiano ottenuto un piazzamento utile per la partecipazione in campionato. Dall'edizione 2016-2017, inoltre, non vengono più assegnati i tre posti aggiuntivi al primo turno preliminare, precedentemente previsti per le prime tre nazioni classificate annualmente in base al fair play ranking; alle federazioni vincitrici di tale classifica vengono ora consegnati dei corrispondenti premi in denaro. La prossima modifica nella struttura della competizione partirà nella stagione 2021-2022, quandò inizierà la nuova terza competizione europea, la UEFA Europa Conference League, che vedrà quale variazione principale una riduzione del numero delle squadre partecipanti alla fase a gironi, dalle attuali 48 a 32.

Critiche al format

Negli ultimi anni ci si è interrogati spesso sulla correttezza o meno del ripescaggio delle terze classificate dei gironi di Champions League. A partire dal 2000, in 19 edizioni disputate, sono infatti state otto le squadre retrocesse dalla prima competizione europea che poi si sono aggiudicate l'Europa League. È per questo che con l'introduzione della Conference League e la conseguente modifica dell'Europa League, a partire dal 2021 le ripescate dai gironi di Champions non accederanno immediatamente alla fase ad eliminazione diretta, ma dovranno disputare uno spareggio addizionale contro le seconde classificate dei gironi delle competizione cadetta, che consentirà l'accesso agli ottavi di finale.

Trofeo

Il trofeo, che pesa 15 kg, con un'altezza di 65 cm, una larghezza di 33 cm e una profondità di 23 cm, è in argento, senza manici, e poggia su una base di marmo giallo; da questa si diparte un gruppo di giocatori che sembrano lottare per raggiungere un pallone e la dicitura COUPE UEFA: di fatto essi sostengono la coppa ottagonale che riporta l'emblema dell'UEFA. È stato disegnato da Silvio Gazzaniga e realizzato dai laboratori Bertoni di Milano per la prima finale della competizione, nel 1972, per un costo di 23 000 euro. Ogni squadra che vince la competizione per tre volte di seguito o cinque alterne ha, inoltre, il diritto di esporre sulle maglie di gioco un "multiple-winner badge": tale diritto è stato acquisito dal Siviglia nella stagione 2015-16 dopo aver vinto la competizione per la quinta volta, nonché terza consecutiva.

Albo d'oro e statistiche

  .

(*) Dall'edizione 2009-2010 viene cambiato il nome in UEFA Europa League

Vittorie per squadra

Squadra Nazione Vittorie Secondi
posti
Finali
giocate
Siviglia Spagna Spagna 6 0 6
Inter Italia Italia 3 2 5
Liverpool Inghilterra Inghilterra 3 1 4
Juventus Italia Italia 3 1 4
Atlético Madrid Spagna Spagna 3 0 3
Borussia M'gladbach Germania Germania 2 2 4
Tottenham Inghilterra Inghilterra 2 1 3
Feyenoord Paesi Bassi Paesi Bassi 2 0 2
IFK Göteborg Svezia Svezia 2 0 2
Real Madrid Spagna Spagna 2 0 2
Parma Italia Italia 2 0 2
Porto Portogallo Portogallo 2 0 2
Chelsea Inghilterra Inghilterra 2 0 2
Anderlecht Belgio Belgio 1 1 2
Ajax Paesi Bassi Paesi Bassi 1 1 2
PSV Paesi Bassi Paesi Bassi 1 0 1
Eintracht Francoforte Germania Germania 1 0 1
Ipswich Town Inghilterra Inghilterra 1 0 1
Bayer Leverkusen Germania Germania 1 0 1
Napoli Italia Italia 1 0 1
Bayern Monaco Germania Germania 1 0 1
Schalke 04 Germania Germania 1 0 1
Galatasaray Turchia Turchia 1 0 1
Valencia Spagna Spagna 1 0 1
CSKA Mosca Russia Russia 1 0 1
Zenit San Pietroburgo Russia Russia 1 0 1
Šachtar Ucraina Ucraina 1 0 1
Manchester Utd Inghilterra Inghilterra 1 0 1

Vittorie per federazione

Nazione Finali vinte Finali perse Finali totali Vincitrici Finaliste
Spagna Spagna 12 5 17 Siviglia (6)
Atlético Madrid (3)
Real Madrid (2)
Valencia (1)
Espanyol (2)
Athletic Bilbao (2)
Alavés (1)
Inghilterra Inghilterra 9 7 16 Liverpool (3)
Tottenham (2)
Chelsea (2)
Ipswich Town (1)
Manchester Utd (1)
Arsenal (2)
Liverpool (1)
Tottenham (1)
Wolverhampton (1)
Middlesbrough (1)
Fulham (1)
Italia Italia 9 7 16 Inter (3)
Juventus (3)
Parma (2)
Napoli (1)
Inter (2)
Fiorentina (1)
Roma (1)
Torino (1)
Juventus (1)
Lazio (1)
Germania Germania 6 8 14 Borussia Mönchengladbach (2)
Eintracht Francoforte (1)
Bayer Leverkusen (1)
Bayern Monaco (1)
Schalke 04 (1)
Borussia Mönchengladbach (2)
Borussia Dortmund (2)
Amburgo (1)
Colonia (1)
Stoccarda (1)
Werder Brema (1)
Paesi Bassi Paesi Bassi 4 3 7 Feyenoord (2)
PSV (1)
Ajax (1)
Ajax (1)
Twente (1)
AZ Alkmaar (1)
Portogallo Portogallo 2 5 7 Porto (2) Benfica (3)
Sporting Lisbona (1)
Braga (1)
Svezia Svezia 2 0 2 IFK Göteborg (2)
Russia Russia 2 0 2 CSKA Mosca (1)
Zenit (1)
Belgio Belgio 1 2 3 Anderlecht (1) Anderlecht (1)
Club Bruges (1)
Ucraina Ucraina 1 1 2 Šachtar (1) Dnipro (1)
Turchia Turchia 1 0 1 Galatasaray (1)
Francia Francia 0 5 5 Olympique Marsiglia (3)
Bastia (1)
Bordeaux (1)
Scozia Scozia 0 3 3 Dundee (1)
Celtic (1)
Rangers (1)
Jugoslavia Jugoslavia 0 1 1 Stella Rossa (1)
Ungheria Ungheria 0 1 1 Videoton (1)
Austria Austria 0 1 1 Salisburgo (1)

Loghi

Elenco Partecipazioni (21)

Stagione Totale           Casa           Fuori           Neutro          
    G V N P GF GS G V N P GF GS G V N P GF GS G V N P GF GS
1 1963/64 7 4 1 2 9 7 3 2 1 0 3 1 3 1 0 2 5 6 1 1 0 0 1 0
2 1964/65 11 6 3 2 14 9 7 5 1 1 11 5 4 1 2 1 3 4 0 0 0 0 0 0
3 1966/67 8 5 1 2 17 7 4 3 1 0 13 3 4 2 0 2 4 4 0 0 0 0 0 0
4 1968/69 4 2 1 1 4 1 2 1 1 0 2 0 2 1 0 1 2 1 0 0 0 0 0 0
5 1969/70 4 2 1 1 6 5 2 1 1 0 3 1 2 1 0 1 3 4 0 0 0 0 0 0
6 1970/71 12 8 4 0 28 8 6 5 1 0 17 3 6 3 3 0 11 5 0 0 0 0 0 0
7 1971/72 8 5 2 1 21 5 4 3 1 0 12 2 4 2 1 1 9 3 0 0 0 0 0 0
8 1974/75 10 5 1 4 17 10 5 4 0 1 10 1 5 1 1 3 7 9 0 0 0 0 0 0
9 1976/77 12 8 0 4 19 7 6 6 0 0 14 1 6 2 0 4 5 6 0 0 0 0 0 0
10 1980/81 4 2 0 2 10 8 2 2 0 0 7 1 2 0 0 2 3 7 0 0 0 0 0 0
11 1987/88 4 3 0 1 10 3 2 2 0 0 6 2 2 1 0 1 4 1 0 0 0 0 0 0
12 1988/89 8 5 0 3 16 8 4 4 0 0 13 1 4 1 0 3 3 7 0 0 0 0 0 0
13 1989/90 12 9 2 1 20 9 6 5 0 1 15 9 6 4 2 0 5 0 0 0 0 0 0 0
14 1992/93 12 10 1 1 31 6 6 5 1 0 19 2 6 5 0 1 12 4 0 0 0 0 0 0
15 1993/94 8 4 1 3 12 6 4 3 0 1 9 2 4 1 1 2 3 4 0 0 0 0 0 0
16 1994/95 12 8 3 1 25 10 6 4 2 0 15 6 6 4 1 1 10 4 0 0 0 0 0 0
17 1999/00 8 5 1 2 19 11 4 2 1 1 8 3 4 3 0 1 11 8 0 0 0 0 0 0
18 2009/10 4 2 1 1 6 6 2 1 1 0 3 1 2 1 0 1 3 5 0 0 0 0 0 0
19 2010/11 10 4 6 0 13 8 5 2 3 0 6 4 5 2 3 0 7 4 0 0 0 0 0 0
20 2013/14 8 5 2 1 10 4 4 2 2 0 5 2 4 3 0 1 5 2 0 0 0 0 0 0
21 2022/23 8 4 3 1 11 5 4 2 2 0 4 2 4 2 1 1 7 3 0 0 0 0 0 0
TOTALE 174 106 34 34 318 143 88 64 19 5 195 52 85 41 15 29 122 91 1 1 0 0 1 0